La storia dei giradischi tratto da Wikipedia

Il fonoautografo . La prima invenzione nota di fonografo fu il fonoautografo, ideato da Leon Scott de Martinville e brevettato il 25 marzo 1857. Era in grado di trascrivere graficamente le onde sonore su un mezzo visibile, ma non c’era modo di riprodurre il suono registrato. L’apparecchio era costituito da un corno che concentrava il suono su una membrana cui era fissata una setola di maiale.

Inizialmente il mezzo di scrittura era un vetro annerito col fumo, su cui la setola incideva il tracciato. Successivamente fu impiegato un foglio di carta annerito fissato su un cilindro, una soluzione simile a quella adottata successivamente da Edison. In un’altra soluzione era utilizzato un rotolo di carta. L’impiego era limitato come strumento di laboratorio per studi di acustica , con funzione simile al moderno oscilloscopio. Nel 2008 i ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory sono riusciti a ri-convertire in suoni alcune di queste “registrazioni”, usando dei computer in grado di convertire le onde sonore impresse nella carta in suoni veri e propri. Teoria del fonografo. Lo scienziato francese Charles Cros presentò il 18 aprile 1877 una teoria sul funzionamento di un ipotetico fonografo. Egli non realizzò alcun apparecchio pratico. Il primo fonografo. Un brevetto di Edison del 18/5/1880 Thomas Alva Edison annunciò l’invenzione del fonografo il 21 novembre 1877 e ne diede una dimostrazione pratica il 29 novembre . Il brevetto venne depositato il 19 febbraio 1878 (US Pat. No. 200521). I primi fonografi di Edison usavano come supporto di registrazione un cilindro e sfruttavano un movimento verticale dello stilo. La pressione sonora era tradotta in profondità di incisione del solco. Successivamente si dimostrò possibile registrare su un tracciato a spirale su un disco, ma Edison si concentrò sul cilindro perché questo offriva una velocità tangenziale costante, che Edison riteneva “scientificamente corretta”. Il brevetto di Edison prevedeva che il suono venisse impresso (embossed). Fu solo nel 1889 che la registrazione per incisione (engraved) fu brevettata da Bell e Tainter. Successivamente fu utilizzata la modulazione laterale del solco da parte di Berliner. Cilindro o disco Fonografo Pathè N.1 o New Perfecta, con tromba in alluminio, circa 1901, con riproduttore in guttaperga e cilindri di cera incisi, marca Pathè ed Edison, da 2 min. e da 4 min.(Cilindro largo, immagine sul fondo) L’incisione su un cilindro o su un disco non ha potenzialmente influenza sulla fedeltà del suono . Nel cilindro la velocità tangenziale è costante, mentre nel disco, a velocità angolare costante, la velocità tangenziale è maggiore alla periferia e progressivamente minore all’interno. Sebbene il metodo di incisione di Edison sia superiore a quello Berliner , il disco offre diversi vantaggi commerciali: Il disco può essere facilmente stampato in serie e occupa meno spazio; Il massiccio piatto del giradischi funziona come un volano regolarizzando la velocità di rotazione. I registratori a cilindro soffrono invece di fluttuazioni nella velocità di riproduzione, e richiedono altri sistemi per regolarizzare la rotazione. Berliner sostenne e ottenne che la sua tecnologia era così differente da quella di Edison che non era necessario pagare alcuna royalty . Dopo varie sperimentazioni, Berliner lanciò commercialmente l’apparecchio e i primi dischi nel 1892 . I dischi avevano un diametro di 12,7 cm (5″) e registrati su un solo lato. Nel 1895 furono introdotti i dischi da 17,5 cm (7″) seguiti nel 1901 da quelli da 25 cm (10″). Tra gli anni 1890 e primi anni venti erano in commercio sia registrazioni su disco che su cilindro, riproducibili su un’ampia gamma di apparecchi venduti. Nel 1908 il disco inciso su due lati incontrò il favore del pubblico e così la tecnologia del disco ebbe sempre maggiore diffusione, anche a causa del prezzo più contenuto. Edison, seppur riluttante, si convertì al disco nel 1912 , e cessò la produzione dei cilindri nel 1929. I dischi a incisione laterale di Berliner erano gli antenati dei dischi in vinile a 78, 45 e 33 giri, e le altre tipologie in uso nel XX secolo. Nel Natale del 1925, il grande successo commerciale della radio, notevolmente evolutasi, segnò una prima crisi del fonografo, portando diversi distributori al fallimento. Migliorando la qualità del suono e ampliando l’offerta, le grandi case discografiche riuscirono a risollevare le vendite entro la fine degli anni trenta, di nuovo in crisi con l’arrivo della grande depressione. Di nuovo l’industria discografica ebbe un’espansione dopo la seconda guerra mondiale. Il giradischi divenne un oggetto comune nelle case fino all’avvento delle musicassette e del compact disc . Era elemento comune negli impianti hi-fi fino agli anni novanta , oggi sopravvive nelle versioni ad alta tecnologia prodotte da piccole case specializzate, volte a soddisfare agli audiofili ancora fedeli al disco in vinile. Principio di funzionamento Mentre i primi fonografi erano in grado di registrare e riprodurre il suono, attualmente sono nettamente distinte le macchine per l’incisione dei dischi e gli apparecchi per la riproduzione. I giradischi diffusi tra il pubblico sono esclusivamente in grado di leggere i dischi pre-incisi. Incisione [ La macchina per l’incisione dei dischi è una specie di tornio. Su un piatto fatto ruotare a velocità rigorosamente costante viene fissato un disco in materiale facilmente lavorabile, in origine era usata la cera . La puntina di incisione viene traslata lentamente dalla periferia verso il centro in modo da incidere una spirale ed è contemporaneamente fatta vibrare da un elettromagnete (due nel sistema stereofonico) ed in tal modo il suono viene inciso sotto forma di modulazione della larghezza del solco. Da notare che la dinamica del segnale inciso, è fortemente compressa tramite un filtro elettrico (standard RIAA ), preposto ad attenuare le frequenze basse, che altrimenti modulerebbero in larghezza il solco in modo eccessivo; ovviamente in fase di riproduzione, un filtro analogo, con caratteristiche invertite, si incarica di restituire la dinamica originale del segnale in transito, e la precisione dei valori dei componenti del filtro (resistori e condensatori ) concorre a determinare il grado di fedeltà del segnale trattato. Il disco così ottenuto, chiamato lacca, viene utilizzato come stampo per creare i “negativi” che andranno a pressare “pizze” di vinile dando vita al disco vero e proprio. Riproduzione [ Testina di lettura Per riprodurre un disco, questo viene posto su un piatto rotante fatto girare a velocità costante e predefinita. Inizialmente il piatto era messo in movimento da una molla caricata con una manovella, poi sostituita da un motore elettrico. Nel tempo si ebbero diversi tipi di trasmissione del moto dal motore al piatto, dapprima vennero utilizzate Pulegge (trasmissione a puleggia) sostituite poi da cinghie in gomma (trazione a cinghia o belt drive), tuttora in uso nei migliori apparecchi. Si giunse anche a far girare il piatto collegando direttamente il motore al suo albero (trazione diretta), alcuni sofisticati modelli prevedono il motore e il braccio di lettura, separati fisicamente dal piatto rotante; queste modifiche concettuali nella costruzione dei giradischi hanno favorito una qualità di riproduzione a mano a mano più accurata e priva di disturbi derivanti dall’apparecchio stesso riducendo praticamente a zero l’apporto di rumore da parte del motore. Attualmente, per garantire la massima regolarità nella rotazione del piatto, il motore è azionato da un circuito elettronico pilotato da un oscillatore a quarzo. La riproduzione vera e propria si ottiene appoggiando sul disco inciso la puntina di lettura ( pick-up); questa è sostenuta da un braccio munito di un apposito contrappeso atto a ottenere una pressione della testina sul disco costante e predefinita. Il braccio può essere collegato ad uno snodo posto sulla base del giradischi in modo da far seguire alla testina il percorso determinato dal solco del disco. Alla fine degli anni ’70 si sono affermati giradischi muniti di braccio tangenziale, ossia bracci che seguono l’andamento della testina tangenzialmente al diametro del disco, evitando così differenti modalità di lettura derivanti dalla curvatura del percorso (errore tangenziale), inevitabile con bracci a snodo. Quando il pick-up è posato sul disco, il profilo irregolare del solco provoca la vibrazione della puntina; tale vibrazione veniva originariamente trasmessa direttamente ad una membrana che riproduceva il suono in maniera esclusivamente meccanica; in seguito le vibrazioni sono state impiegate per generare deboli segnali elettrici da una bobina oppure da un cristallo piezoelettrico inclusi nel corpo della testina, quelle di buona qualità, concettualmente sono costituite da una leva chiamata cantilever, (un sottilissimo tubetto in metallo leggero) fulcrata al centro con silicone, pertanto libera di oscillare in ogni direzione, ad un estremo di questa è fissata la puntina, all’altro estremo può essere fissato un magnete oppure una bobina, nel primo caso il fonorivelatore prende il nome di MM (magnete mobile), nel secondo caso prende il nome di MC (bobina mobile). Essendo il sistema a bobina mobile più preciso, ma 10 volte meno efficiente, ovvero viene generata una tensione 10 volte inferiore, i deboli segnali rivelati vengono prima preamplificati da un apposito circuito chiamato per consuetudine “pre MC”, in alcuni casi fornito come elemento opzionale dal costruttore dell’amplificatore, dopodiché, sono utilizzabili dal circuito di preamplificazione vera e propria; da qui vengono inviati all’amplificatore finale, il quale trasferisce il segnale agli altoparlanti montati nei diffusori , trasformandolo finalmente in suono. Technics SL-1210MK2 I Technics SL-1200 sono una serie di giradischi fabbricati dall’ottobre del 1972 da Matsushita sotto il marchio Technics. Originariamente lanciato come giradischi di alta fedeltà per il mercato audiofilo , venne ben presto adottato dai disc jockey di radio e discoteche. Già dalla sua uscita sul mercato nel 1978, l’SL-1200MK2 ed i suoi successori divennero “i” giradischi per eccellenza per il DJing e lo scratch . La successiva edizione, denominata MK2, introdusse notevoli novità, in particolar modo al motore ed all’imballo. Dal 1972 ad oggi ne sono state vendute più di tre milioni di unità; sono considerati i giradischi più duraturi ed affidabili mai prodotti: molti modelli prodotti negli anni settanta vengono utilizzati ancora oggi. I rapper sono soliti chiamarli “1200”, “Technics” e “uno-due”. Il 1º novembre 2004 vengono lanciati sul mercato l’SL-1200MK5 e l’SL-1210M5G. Il primo introduce alcune migliorie, come l’antiskating, che passa da 0 ~ 3 grammi-forza (0 ~ 30 mN) a 0 ~ 6 grammi-forza (0 ~ 60 mN) o come il LED al posto della vecchia lampada traccia-bordo; il secondo è invece una versione speciale creata appositamente per celebrare i 30 anni dell’SL-1200. Si differenzia dal primo per la possibilità di cambiare il pitch da ±8% a ±16%,insieme al fatto che la lettura del pitch avviene in digitale; figura anche dei LED di colore blu per il bordo-traccia e per l’indicatore del valore del pitch. 1200mk2 e 1210mk2 [ Dei modelli 1200 esiste una variante, il 1210, identici in tutto e per tutto ai 1200 eccetto che per il colore: anziché argento, il 1210 è color antracite. Fa eccezione l’SL-1210M5G che uscì esclusivamente in color antracite. Altri modelli Appartenenti alla famiglia degli SL-1200 ci sono anche: Il SL-1200MK2PK, dove “PK” sta per “piano black”, è una versione “lucida” del 1200MK2; disponibile esclusivamente negli Stati Uniti. Il SL-1200MK3, color antracite come il 1210, ma dotato di connettori RCA placcati oro così come l’etichetta sul retro. Uscì nel 1989 ed era destinato esclusivamente al mercato asiatico. Il SL-1200MK4 uscì nel 1997 e solo per il mercato giapponese. È stato un modello più dedicato al mercato audiofilo specializzato che a quello dei DJ. Figurava un terzo pulsante per i dischi a 78 giri e, a differenza di tutti gli altri modelli, consentiva di staccare i cavi RCA. È stato anche l’ultimo a possedere il “click” nel mezzo del pitch fader. Il SL-1200LTD (1998 ) ed il SL-1200GLD (2004 ), rappresentano le edizioni limitate, intarsiate in oro; il primo si basa sul M3D, il secondo sul MK5. • Il SL-1200M3D, dotato di un pulsante per resettare il pitch a zero immediatamente. Uscì nel 2001, anche in versione 1210.

La Storia delle discoteche

La discoteca come locale frequentato da giovani, dove si ascolta e si balla musica alla moda, si sviluppa in seguito al boom economico degli anni sessanta e quindi all’affermazione del turismo di massa e della musica leggera popolare. Va inoltre evidenziato che, sin da subito, essa si evolve nella struttura e nell’aspetto insieme al genere di musica “ballabile”. Con il tempo, è diventata una categoria commerciale ben definita e del tutto scorporata da altre iniziative ricreative. Parigi anni ’50: culla del fenomeno [ La nascita del fenomeno della discoteca a livello mondiale(intesa come Dancing dove un Disc jockey sostituisce la Band musicale)sembrerebbe risalire a Parigi nel 1954 ed esattamente al “Le Whisky a gogo “di Paul Pacini . In quegli anni l’animatrice incontrastata delle notti Parigine è una giovane show girl di origine belghe dal nome d’arte “Regine” ed e’ lei a concepire il nuovo concept dei locali da ballo del periodo chiedendo al Gestore Paul Pacini di riaprire “Le Whisky a gogò” per sperimentare la sua intuizione. Il successo è travolgente e Regine nel 1956 fonda il “Chez Regine” di Parigi che diventa il locale culto del”Twist”. Regine ha inciso numerosi dischi tra gli anni 50 e 60 ed è tutt’ora un personaggio pubblico famoso in Francia. Gli anni sessanta [ Fino ad i primi anni sessanta, i luoghi di villeggiatura (termali e balneari) erano caratterizzati dalla presenza dei club sportivi (“sporting club”) che integravano la propria offerta di svago con balere e locali piano-bar spesso selettivi nelle frequentazioni. Con l’avvento del benessere economico generale degli anni 1962- 1963 si assiste anche alla nascita di locali di svago e d’incontro per un turismo più popolare e meno classista. In Italia è sulla riviera toscana della Versilia e sulla riviera romagnola che sorgono i primi grandi locali che propongono musica giovanile e che molto spesso ospitano gli artisti dei successi stagionali del momento (come i concerti organizzati alla Capannina di Alassio, la Bussola di Marina di Pietrasanta e l’altra storica Capannina di: Forte dei Marmi ). Questi locali (spesso all’aperto) vengono organizzati con una pista da ballo, consolle del Dj , palco per ospitare complessi e cantanti, bancone del bar e spazi adibiti alla sosta ed alla conversazione. Durante l’inverno, i locali da ballo sono ubicati nei grandi centri urbani e risultano molto più contenuti nelle dimensioni che negli intenti: ci si può ricondurre essenzialmente all’idea di bar, ristoranti e caffè (presenza dei Jukebox ) in cui si può anche ballare. Anche gli orari di funzionamento si adeguano a quelli lavorativi cittadini, ragion per cui solo i sabati sera e le domeniche pomeriggio vengono interessate dal ballo. Questi locali, che in larga misura si limiteranno a riprodurre la musica, si caratterizzano fino alla seconda metà degli anni settanta per una selezione musicale molto eterogenea: si spazia dal rock al lento. Tuttavia ci saranno locali come il Pipe rdi Roma che si distingueranno per promuovere prevalentemente musica dal vivo ospitando (e talvolta lanciando) gli artisti più giovani. Gli anni settanta [ Nonostante il notevole successo, agli inizi degli anni settanta i locali da ballo sono ancora in larga misura ambienti a cui viene cambiata la destinazione d’uso: scantinati, magazzini, autorimesse e cinema dimessi. Solo successivamente e comunque sporadicamente, verranno interessati anche dall’edilizia.. Il “Ritual” (1973 ) di Baja Sardinia ed il “Baia Degli Angeli” (1974 ) di Gabicce Mare (ribattezzato e tematizzato in stile romano nel 1985 come “Baia Imperiale ” ) sono i primi esempi italiani di locali da ballo isolati dal circostante contesto urbano. Nei primi anni settanta torna di moda anche il ballo più classico: il liscio (promosso da Raoul Casadei ). Sorgeranno quindi in questo periodo pure le prime strutture caratterizzate dalle ampie luci strutturali delle sale da ballo (dovute alla necessità di grandi piste senza ostacoli per garantire un facile movimento) e dalla presenza delle orchestre che suonano dal vivo. Significativo è il fatto che con questo tipo di locali il ballo non resterà più prerogativa solo dei giovani ma diverrà abitudine anche per la gente molto più anziana. Sono comunque gli anni settanta che vedranno la nascita della discoteca come viene intesa ancora oggi. Infatti è nel 1977 con i locali di New York come lo Studio 54 , il Paradise Garage, il 12 West od il Flamingo che si fissa la nascita ufficiale della discoteca odierna. Il successo è anche dovuto all’esplosione del genere musicale Disco Music , celebrato ed in parte promosso anche dal film ” la febbre del sabato sera ” (1977). Fino ad allora infatti, la musica concepita esclusivamente per ballare (non ancora chiamata musica dance ) veniva prodotta prevalentemente per la stagione estiva; i locali da ballo, che funzionavano essenzialmente la domenica pomeriggio (d’inverno) e la sera (ma raramente fino alle 5 del mattino), alternavano ciclicamente nella stessa serata balli lenti e veloci. Le case discografiche quindi, non investivano molto nel genere ballabile, anche perché non vi era la necessità, in quanto, i locali da ballo fungevano più che altro da luoghi d’incontro o dove fare nuove conoscenze. Con l’avvento della Disco Music invece, si assiste ad una vera e propria imposizione di un nuovo genere non più semplicemente “ballabile” ma, appunto, “da discoteca”. Cambia radicalmente la concezione del “locale” dove trascorrere la serata: si va in discoteca non tanto per incontrarsi e per conoscersi quanto più per divertirsi ed essere protagonisti. La Discoteca diventa il locale di ritrovo giovanile dove le etichette sociali non contano più nulla. Una produzione discografica intensissima e senza precedenti per la Disco Music , la stravaganza dell’abbigliamento, delle acconciature e soprattutto gli eccessi talvolta legati all’uso di droghe ed al sesso occasionale; (il virus HIV non si è ancora diffuso), descrivono al meglio questo fenomeno e caratterizzerà gli anni che vanno dal 1977 al 1979 . I locali come lo Studio 54 sfrutteranno appieno tutta la produzione discografica del momento ed elimineranno subito dalle proprie serate il ballo lento. Lo Studio 54 in particolare, si distinguerà immediatamente come un locale diverso da tutti gli altri: apre i battenti tardi, gli ospiti sono celebrità del mondo del cinema e dello spettacolo, le luci, gli impianti audio, le scenografie e le coreografie hanno lo scopo di stupire e di far sentire i frequentatori al centro di un vero e proprio spettacolo. S’inizia a vivere la notte nella sua interezza. Numerosissime saranno le discoteche in Italia e nel mondo che nasceranno ispirandosi proprio al modello di questa discoteca newyorkese. Il già esistente Baia degli Angeli (oggi Baia Imperiale) di Gabicce Mare resta probabilmente l’esempio italiano più famoso di emulazione dello Studio 54 : ospiti di fama nazionale ed internazionale, alta tecnologia degli impianti luci ed audio, serate che durano fino all’alba (quando le altre discoteche chiudevano alle 2). Va anche evidenziato che proprio sul finire degli anni settanta emerge la moda dello spazio e della fantascienza più commerciale. Il successo di film come Guerre Stellari o serie televisive come Star Trek si rifletterà notevolmente anche nel mondo delle discoteche: molte di esse verranno arredate e soprattutto illuminate in modo da emulare interni di astronavi (pedane luminose, specchi, lamiere stirate, tubi al neon ad accensione sequenziale, consolle su ascensori), il che si riconduce anche all’esigenza di evasione e di estraniazione a livello sociale dalle difficili situazioni politiche nazionali ed internazionali (in Italia è il periodo degli anni di piombo). Gli anni ottanta [ Con il cambio del decennio e del genere musicale, la Disco Music esce di scena e viene sostituita dalla musica elettronica. In questo periodo si assiste anche ad un significativo cambio di tendenza delle discoteche europee rispetto a quelle americane. Se è vero che la nascita della disco avviene negli USA, è anche vero che saranno sempre gli Stati Uniti a respingere sia la disco music che il concetto di discoteca. Per il pubblico statunitense infatti la discomusic risulta un genere troppo futile e privo di contenuti e nell’immaginario collettivo resta collegato indirettamente al mondo gay (è il periodo degli slogan reazionari come “Disco Sucks”). I locali che sorgeranno in seguito allo Studio 54 (già in crisi nel 1980 ) saranno per lo più di medie dimensioni e collegati alla musica rap , pop e rock (spesso eseguita dal vivo) e quindi più eterogenei e meno eccessivi di come era senza dubbio lo Studio 54 . Questo fatto comunque non significa che la musica dance verrà ripudiata negli USA, anzi, semplicemente non verrà più considerata l’unica protagonista del sabato sera. In Europa invece, il modello della discoteca intesa come luogo di divertimento collettivo, d’incontro e spettacolo avrà un enorme successo. Nei primi anni ottanta in tutta Europa si assiste infatti alla costruzione di locali volti ad ospitare una grande affluenza di pubblico ed infatti le frequentazioni delle discoteche risultano sempre più eterogenee e sempre meno selezionate. I locali da ballo nati ad inizio anni settanta semplicemente come sale liscio, in questo periodo provvederanno ad ampliarsi con nuove strutture adiacenti e divenire quindi anche “discoteca”: in questo modo i gestori aumentano la propria offerta di svago notturno. Sempre in relazione al successo della musica elettronica (l’uso a tutto campo del sintetizzatore), dell’era digitale (iniziano a diffondersi i PC) e del mito dell’alta tecnologia, nella prima metà del decennio 80 non è azzardato assimilare le discoteche a dei luna-park della musica e del ballo. Anche le scenografie di studi di trasmissioni televisive popolari e di varietà ricreano in tutto vere e proprie discoteche: in Italia , nell’edizione del 1983 del Festival della canzone italiana di Sanremo verranno utilizzati raggi laser scenografici, mentre altre trasmissioni come “Fantastico” verranno ricordate per le sigle esplicitamente dance. In Italia ed in Europa si assiste anche all’esplosione della musica dance “ made in Italy ” cosa notevole se si considera che negli anni del boom della disco music ( 1977- 1979 ) non si annovera praticamente alcun successo di matrice italiana. E’ in questo periodo che a Londra , in Ibiza e Francoforte nasceranno alcuni dei locali più famosi del mondo ed ancora oggi all’avanguardia. Anche in Italia , sono i primi anni ottanta che vedono sorgere le grandi strutture anche in provincia. Contrariamente a quanto lasciavano intendere le tendenze dell’epoca, saranno ancora gli Usa a lanciare un nuovo tipo musica e di discoteca. A metà degli anni ottanta, a Chicago apre il “Wharehouse Club” (letteralmente “club magazzino”) dove viene suonata una musica selezionata esclusivamente dai DJ e non quella che viene trasmessa dalle radio. È la nascita ufficiale della House Music e del fenomeno “Club Culture”: per la prima volta il DJ non si limita solo a mixare i brani ma tecnicamente è anche lui stesso che fa musica sovrapponendo diverse basi. Le frequentazioni di questi locali sono mosse esclusivamente dal tipo di musica suonata e che verrà denominata “di tendenza”. A differenza delle discoteche protagoniste negli anni settanta e primi anni ottanta, che si descrivevano a mezzo di cangianti scenografie, luci colorate, tubi al neon e piste da ballo luminose, questi nuovi locali si caratterizzano per le atmosfere buie, l’essenzialità degli arredi e talvolta per una pubblicità basata più che altro sul passaparola piuttosto che su insegne e cartelloni pubblicitari. In Italia primi esempi di discoteche che ricalcano questo modello di locale sono: il Cocoricò di Riccione aperto nel 1987 (sebbene la musica suonata sia prevalentemente Techno e non House) ed il RedZone Club di Perugia aperto nel 1989 (entrambi ancora in attività e considerati ormai locali storici). Altre discoteche verranno arredate a tema: nella seconda metà degli anni 80 e fino ad i primi anni 90, molteplici saranno i locali che richiameranno negli arredi e scenografie gli stili romano, gotico, arabesco ed egizio. Sul finire degli anni ottanta si afferma anche il genere antagonista della musica house: il genere Techno. Questo genere, caratterizzato da un ritmo più aggressivo, più duro e più elettronico della House , si distinguerà inizialmente soprattutto grazie ad un fenomeno andato in voga fino a metà degli anni novanta : il rave party. Si tratta essenzialmente di serate organizzate clandestinamente in luoghi dimessi e quindi privi di autorizzazione (come industrie abbandonate) e spesso anche in radure all’aperto. Le attrezzature vengono noleggiate dagli organizzatori e la pubblicità, che può far arrivare partecipanti anche da oltre i confini nazionali, è essenzialmente basata sul passaparola. Nelle discoteche di maggiori dimensioni, inizia a diventare sempre più diffuso il concetto della “multisala”: ad una sala principale di grandi dimensioni, ne vengono affiancate altre di dimensioni inferiori ma specializzate in musiche più all’avanguardia. Sul finire degli anni ottanta nascono anche le cubiste: ragazze che ballano su cubi rialzati rispetto alla pista e che hanno lo scopo di animare la serata. Gli anni novanta [ Gli anni novanta iniziano con una selezione di generi musicali che interessa anche le discoteche. Ci sono discoteche che propongono esclusivamente musica techno mentre altre solo House. Nelle discoteche di maggiori dimensioni, in sale separate, si suonano entrambi ed altri generi e pertanto s’impone definitivamente il modello della discoteca multisala (la sala Privè, dove si accede spesso solo su invito, sarà presente in quasi tutte le grandi strutture). È questo il periodo in cui in Europa verranno inaugurate le ultime grandi discoteche nate ex-novo; in Italia possono essere menzionati il Prince (1991 ) di Riccione ed il Cyborg (1993 ) di Attigliano (Tr) (quest’ultima si svilupperà su una superficie di 4000 m2). In seguito non si assisterà più ad alcun evento musicale di rilievo tale da richiedere la costruzione di nuovi grandi locali. C’è anche un’affermazione dei sottogeneri musicali e quindi dei locali ad essi collegati: si assiste alla nascita del genere “fashion” che diverrà sinonimo non solo di musica House raffinata (che farà da colonna sonora anche alle varie sfilate di alta moda) ma anche di locale frequentato da gente più adulta e danarosa (è la musica dei Privè). La musica “commerciale” sarà la preferita dagli adolescenti e che torneranno a far funzionare le discoteche anche la domenica pomeriggio. All’interno del genere Techno si assiste anche in questo caso all’affermazione di vari sottogeneri: Dream, Trance e Progressive. Poiché c’è un’esaltazione della figura del DJ che in questo periodo inizia a diventare una vera e propria star ed allo stesso tempo innumerevoli sono le sperimentazioni di nuovi suoni, i locali che si specializzano in questi vari sottogeneri tendono ad essere tematizzati in stile hi-tech ed “alieno”, quasi a sottintendere che questo tipo di musica provenga da un altro mondo o che appartenga ad altra natura. Queste discoteche verranno frequentate prevalentemente da giovani (prevalentemente 17-22 anni) di tutte le classi sociali e che non cureranno molto il vestiario firmato quanto più quello di moda e degli accessori. Questo è il decennio in cui le discoteche raggiungono il loro massimo splendore, accendono una vivace concorrenza ed un’attività a pieno regime. Molti locali si rinnoveranno negli arredi e si tenderà a far prevalere le linee curve e l’impatto visivo dei colori. È un decennio che in definitiva non mostra alcun tipo di crisi del settore ed in cui s’investe molto: ristrutturazioni di vecchi locali, ampliamenti con aggiunta di ulteriori sale, negozi interni che vendono gadget con il logo del locale (cosa introdotta in Italia già negli anni settanta da la Baia degli Angeli), apertura di succursali in altri paesi (come nel caso del Pacha di Ibiza ), ed addirittura parchi divertimento che restano aperti nelle ore notturne ospitando al proprio interno discoteche (è il caso italiano di Aquafan e Mirabilandia ). Sussiste una vera e propria imprenditoria delle discoteche. Alcune diventano dei veri e propri marchi di produzione (o etichetta nel gergo discografico): è il caso del Ministry of Sound di Canterbury (UK) inaugurata nel 1991 . Questo fatto è dovuto anche alla concomitanza di un altro periodo florido della produzione discografica: se il 1978-1979 è stato il biennio più produttivo per la disco-music, il triennio 1993-1995 è stato senza dubbio un altro periodo in cui la musica da discoteca ha regnato incontrastata le classifiche. Data l’eterogeneicità delle frequentazioni delle grandi discoteche (che in questo periodo raggiungono anche le cinquemila presenze per serata) si torna a fare selezione agli ingressi o preventivamente sul prezzo d’ingresso. Molte discoteche estendono la propria attività diventando anche ristorante (il che si ricollega agli albori del periodo delle discoteche). In definitiva gli anni novanta si concludono molto positivamente per i locali notturni: accanto alle ormai affermate discoteche, sorgono moltissimi locali di modeste dimensioni ma che si specializzano in differenti generi non necessariamente ballabili come il rock , il reggae, l’ heavy metal, l’ elettronica, lo ska, il punk, l’afro . Si assiste anche all’affermazione di locali per il ballo di coppia più esotico come il latino americano . Gli anni 2000 [ Gli anni 2000 raramente vedranno inaugurare locali di grandi dimensioni e la tendenza resta quella delle piccole discoteche che suonano generi diversi a seconda del tipo di serata. Emerge e si afferma dapprima il disco-bar e poi il disco-dinner . Il primo è un pub ad ingresso libero ma a consumazione obbligatoria e che propone spesso lo stesso tipo di serata delle normali discoteche ma ad un prezzo inferiore. Il secondo è un locale (spesso si tratta di vecchie discoteche o pub di medie dimensioni) che nella prima fascia oraria della serata (20.00-24.00) effettua anche il servizio di ristorazione, organizza eventi (meeting), ha uno staff di animazione e nella seconda parte della serata (dalle 24.00 in poi) svolge lo stesso programma dei Disco-bar. Il primo è frequentato prevalentemente da ventenni, il secondo da trentenni. Si afferma come serata di svago anche il venerdì sera. Ad inizio decennio ci sarà anche una vera e propria riscoperta della musica dei decenni passati e quindi del revival: saranno moltissimi i locali e le discoteche che riproporranno la musica degli anni settanta, anni ottanta ed i “mitici” anni sessanta. Le grandi discoteche che hanno caratterizzato gli anni novanta continuano comunque a sopravvivere, soprattutto nelle località estive italiane ed europee (es. Riccione ed Ibiza ). Le discoteche più piccole di provincia o di città mostrano una tendenza a scomparire in favore dei disco-bar. Tuttavia, anche nei luoghi di villeggiatura giovanili più famosi come la riviera romagnola ed, all’estero, Ibiza , s’inizia ad affermare il “locale sulla spiaggia”: si tratta di stabilimenti balneari adiacenti che accorpandosi, sfruttano lo spazio guadagnato per offrire fino a tarda notte, una valida alternativa alla classica serata in discoteca. Attualmente si rivelano essere la maggiore minaccia di perdita di utili per le vecchie discoteche. Inoltre, dopo un’apparente rinascita negli anni 2000-2002, a metà del primo decennio del terzo millennio subentra una pesante crisi creativa della produzione della musica dance, e ,di riflesso, si assiste ad un significativo calo d’interesse collettivo per le discoteche. Nel 2006 farà scalpore la chiusura della mega-discoteca Cyborg (Attigliano – Tr) dopo 13 anni di attività: di fatto viene a mancare un locale storico del centro Italia che richiamava giovani dal Lazio, dalla capitale, dall’ Umbria e dalla Toscana . Per contro c’è un’affermazione del ballo di coppia latino-americano che coinvolge prevalentemente i giovani di età superiore ai 25 anni. Molteplici saranno i locali da ballo che, rinnovati nel nome e negli arredi, proporranno un programma musicale esclusivamente latino-americano. Altrettanto numerose saranno le discoteche di massa che riproporranno la musica dei decenni passati, ospitando talvolta anche gli artisti stessi che resero famosa la dance negli anni 80 e 90. Sicurezza [ Alcune discoteche si avvalgono ancora di buttafuori per controllare l’accesso al locale e la sicurezza al suo interno,anche se la normativa vigente in Italia ha ormai drasticamente modificato anche questa figura “storica” dei locali mutandola nel nuovo “Responsabile della Sicurezza” . Questa nuova figura è inserita ,quasi sempre,in una struttura aziendale esterna ai locali che con essi stabilisce un contratto di collaborazione improntato sul “Controllo dei flussi delle persone e sul servizio di sorveglianza ” del locale. Molte di queste società sono regolarmente dotate di nullaosta Prefettizio che consente appunto di svolgere soltanto attività di controllo sui flussi nei locali poiché la “Sicurezza” è completamente e inderogabilmente delegati solo alle Autorità di Polizia che vigilano sull’incolumità dei cittadini. Altro aspetto della “sicurezza” in ambito (soprattutto,ma non soltanto) della Discoteca è anche il “famigerato” Art 100 T.U.L.P.S (Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza) del 1931 che recita:” Il Questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini. Qualora si ripetano i fatti che hanno determinata la sospensione, la licenza può essere revocata” che comporta in alcuni casi anche la chiusura di oltre 30 giorni per un locale nel quale si verificano atti a turbare l’ordine pubblico (quali risse,ferimenti o aggressioni). Molte volte i cosiddetti buttafuori erano coinvolti in incidenti potevano portare le Autorità ad applicare l art 100 e che causavano ingenti perdite economiche ai gestori (per non parlare dei dipendenti che restavano senza lavoro). Per questo motivo in molte città e località turistiche si è preferito sostituire la figura poco professionale ( e a volte di dubbia provenienza ) del buttafuori con una più preparata e professionale,ma che soprattutto possa rispondere della propria responsabilità oggettiva Selezioni [ La maggior parte delle discoteche effettuano all’ingresso una selezione. Essa consiste nel far entrare alcuni elementi e nel non farne entrare altri (in gergo popolare “rimbalzare”). Le selezioni possono avere diversi obiettivi: uno potrebbe essere quello di garantire nel locale la massima sicurezza per i frequentatori; i buttafuori, infatti, si impegnano, in genere, a non far entrare elementi che, per come si presentano, possono suscitare apprensione fra la gente e ad espellere immediatamente quelli che provovano disordini all’interno del locale. Ma spesso le finalità vanno ben oltre la sicurezza: le dimensioni contenute dei locali spingono infatti i buttafuori a dare priorità ad elementi che presentano determinate caratteristiche; in genere le selezioni si basano sull’abbigliamento dei frequentatori; molti locali infatti tendono a richiedere, per chi volesse entrare nel locale, di indossare determinati indumenti, in genere una camicia o una giacca, e a lasciare fuori coloro che non presentano un abbigliamento consono. Sovente, poi, i gestori chiedono che i frequentatori prenotino l’ingresso in anticipo e spesso organizzano delle apposite liste d’ingresso: chi vuole entrare deve indicare all’ingresso la lista della quale vuole fare parte e vengono conteggiate le persone facenti parte di quella determinata lista. Ciò permette ai gestori di controllare meglio l’affluenza nel locale. Le discoteche possono avere una selezione più o meno rigida a seconda, di solito, della rilevanza di tale locale nel mondo della bellavita. Discoteche come ad esempio l’hollywood, dove è molto frequente che vi entrino personaggi famosi del mondo dello spettacolo, dello sport e del gossip, tendono ad attuare selezioni generalmente molto ferree e il giovane, per entrarvi deve essere fortunato a presentarsi con l’abbigliamento giusto al momento giusto; in alcune, invece, la selezione è pressoché inesistente. In genere, le discoteche, avvisano la clientela di questa scelta ponendo sui propri inviti la scritta “selezione all’ingresso”. Queste selezioni però vanno contro la legge italiana. Il codice civile infatti cita che “il titolare di un esercizio pubblico (e la discoteca è a tutti gli effetti un esercizio pubblico) non può vietare l’ingresso e/o l’usufrutto di beni e/o servizi al cliente che ne corrisponde il dovuto prezzo. L’eccezione è fatta per l’individuo che si presenta in evidente stato violento, di ebbrezza o di alterazione psichica”. Gli stessi “buttafuori” non possono respingere una persona all’ingresso e nemmeno allontanarla dal locale: infatti, sempre secondo il codice civile, gli addetti alla sicurezza dei locali possono al massimo limitarsi a trattenere il soggetto ed a chiamare le forze dell’ordine”. Pubbliche Relazioni [ Molte discoteche si avvalgono di responsabili delle Pubbliche Relazioni in gergo chiamati PR che mantengono i rapporti con la clientela e garantiscono al locale l’affluenza di pubblico. La figura del PR è ricca di sfaccettature e può essere esercitata a diversi livelli. Per le discoteche che hanno un’affluenza molto elevata il loro ruolo si limita a pubblicizzare gli eventi e distribuire omaggi o riduzioni. Nel caso di discoteche più piccole invece, i PR, spesso organizzati in gruppi, possono svolgere un ruolo parallelo all’organizzazione anche all’interno del locale, ai fini della riuscita sella serata; ad esempio tramite la gestione dei privè. Il ruolo del PR è pertanto a metà strada tra una figura operativa ed una commerciale. Infatti in prima persona si preoccupa della buona riuscita della serata e di massimizzare i fatturati del locale attraverso un’attenta gestione commerciale (gestione degli inviti, creazione di un format di serata adeguato, attenzione estrema ai clienti alto spendenti) Negli ultimi anni i nuovi mezzi di comunicazione (Email, web, sms) hanno consentito ai PR di evolversi con il mercato. Se un tempo le “agendine” cartacee erano lo strumento chiave del buon “PR” ormai un buon posizionamento su un motore di ricerca e una mailing list con migliaia di email profilate permettono di trasformare in un business interessante ciò che prima era uno lavoro di nicchia riservato a pochi eletti. Estetica [ Le strutture, gli arredi, l’illuminazione e le tematizzazioni delle discoteche hanno da sempre seguito le mode del momento in cui venivano inaugurate. Tuttavia vi sono state alcune di esse che, rimanendo indipendenti, hanno a loro volta lanciato nuove mode. Se negli anni settanta non si faceva molto caso all’estetica poiché erano gli stessi impianti luci a definire la linearità interna dei locali, già negli anni 80 molte discoteche cercheranno di distinguersi a mezzo di scenografie e tematizzazioni: molteplici saranno i locali che useranno gli stili romano, gotico, arabesco ed egizio. In molti locali italiani ed europei d’inizio anni ottanta, inoltre, era solito trovare riprodotto alle pareti il profilo delle sagome dei grattacieli di New York (in gergo lo “skyline”) questo sia per omaggiare la città natale delle discoteche che per conferire modernità, esterofilia e fascino al locale. Gli anni ottanta vedranno anche protagonisti gli impianti luci più complessi e dispendiosi: prima della diffusione dei riflettori basati su specchi movibili (propri degli anni novanta) i giochi di luce venivano ottenuti utilizzando attrezzature che muovevano tutta la struttura di supporto del faretto stesso; per questo motivo; gli anni ottanta verranno ricordati come il periodo più luminoso, colorato ed elettrico delle discoteche. Con lo sviluppo dei vari generi musicali e soprattutto con la scissione a fine anni 80 tra musica House e Techno si assisterà di riflesso anche ad una netta caratterizzazione dei locali che suoneranno il primo od il secondo tipo di musica. Se con il tempo la musica House richiederà arredi ricercati, mosaici, lampadari a cristalli e talvolta anche opere d’arte alle pareti, la musica Techno diverrà protagonista di tutti quei locali descritti con acciaio, alta tecnologia degli impianti e dei materiali architettonici. Infrastrutture [ Dal punto di vista architettonico la discoteca è un locale chiuso con più stanze su uno e/o più livelli in cui delle persone si incontrano essenzialmente per ballare. La discoteca può anche essere all’aperto, e comunque prevedere dei locali per i servizi di ogni genere. L’elemento di base della discoteca è la pista da ballo in un materiale ben levigato, su cui si costruisce tutto il resto come servizio al ballo. Gli elementi accessori più importanti sono la cabina del dj su cui sono istallati i comandi, gli apparecchi per il suono, per le luci e gli effetti speciali; il camerino per gli artisti; le pedane per l’orchestra e gli spettacoli; il bancone o i banconi del bar; i servizi per il bar; la biglietteria per gli ingressi; i servizi igienici. Particolarmente importanti sono le leggi che regola i materiali da costruzione delle discoteche, che come per tutti i locali per il pubblico spettacolo devono essere ignifughi ossia resistenti agli incendi. Interni di una discoteca Per ciò che riguarda gli impianti di amplificazione del suono, sono molto diffusi gli stadi finali a mosfet raffreddati ad aria forzata, molto più resistenti delle antiche valvole . Per la diffusione del suono sono utilizzate invece delle casse acustiche posizionate generalmente intorno alla pista oppure al di sopra ( tetto sonoro ), per fare in modo che chi non balli possa in uno degli ambienti scambiare anche qualche chiacchiera. Un tempo per gli effetti luce venivano utilizzati un enorme quantità di faretti, mentre ora la tendenza è di riunirli in pochi apparecchi. Inoltre di notevole effetto sono i raggi laser ma poco utilizzati in quanto molto costosi. Bar [ Ogni discoteca che si rispetti dev’essere munita da zona bar, ove tutti possono consumare cocktail preparati da appositi barman i quali si distinguan per precisione e velocità d’esecuzione. A volte nel bigiletto d’entrata è compreso nel prezzo la consumazione alcolica. I cocktail più popolari sono di certo il pesca lemon, l’angelo azzurro e vodka bull, perché sono molto veloci da preparare. Mentre a differenza dei cocktail abbastanza economici (4-5 euro)si possono comprare bottiglie di champagne da degustare in compagnia in aree secondarie di relax dette privè.